Felicità e motivazione

Le emozioni positive possono dare un maggiore slancio vitale

Motivazioni ed emozioni sono due funzioni complesse e strettamente connesse, che si influenzano reciprocamente.

La motivazione spiega il perché di un’azione, ovvero la direzione, lo scopo verso cui l’azione è orientata, mentre l’emozione riguarda il come, cioè la modalità e l’intensità con cui un’azione viene compiuta.

Possiamo definire l’emozione come una reazione dell’organismo avente valore adattivo, determinata da esperienze piacevoli o spiacevoli, interne o esterne, che ha conseguenze a livello fisiologico, comportamentale, cognitivo e affettivo.

La motivazione rappresenta una spinta soggettiva che dirige il comportamento dell’individuo verso uno scopo. Possiamo distinguere tra due tipi di motivazioni: quelle intrinseche e quelle estrinseche. Una persona è mossa da una motivazione estrinseca quando agisce in vista di una ricompensa esterna (es: studiare per prendere un bel voto), mentre agisce secondo una motivazione intrinseca quando prova piacere nel compimento dell’azione stessa (es: studiare perchè si è molto interessati alla materia).

Secondo la teoria dell’autodeterminazione (Deci e Ryan, 1985), la motivazione intrinseca è molto più efficace della motivazione estrinseca: quando il soggetto ha una motivazione intrinseca ad agire, investe molte più risorse ed energie nel perseguimento del suo scopo, e quindi lo scopo sarà raggiunto con maggiore successo.

Isen e Reeve (2005) hanno studiato approfonditamente l’influenza delle emozioni sulle motivazioni, dimostrando che le emozioni positive sono in grado di favorire una motivazione di tipo intrinseco.

Andiamo a vedere l’esperimento che li ha condotti a questa importante conclusione.

Sessanta partecipanti sono stati assegnati casualmente al gruppo di controllo e al gruppo sperimentale. Nei soggetti del gruppo di controllo non fu indotto nessun particolare stato emotivo, mentre nei soggetti del gruppo sperimentale venne indotto uno stato emotivo positivo.

Successivamente, a tutti i partecipanti venne chiesto di svolgere due compiti, A e B, che non avevano nulla a che vedere con lo stato emotivo indotto precedentemente.
Il compito A era intrinsecamente interessante e non era associato a nessun incentivo estrinseco. Tale compito, essendo intrinsecamente interessante, intendeva facilitare nei soggetti lo sviluppo di una motivazione intrinseca allo svolgimento del compito stesso.
Il compito B era intrinsecamente noioso e poco interessante ed era associato ad un incentivo estrinseco, ovvero ad una piccola ricompensa monetaria pari a due dollari. Questo incentivo estrinseco fu introdotto per motivare intrinsecamente i soggetti allo svolgimento del compito.

Ai partecipanti venne poi lasciato del tempo libero, in cui potevano fare ciò che volevano.
In questa fase, i ricercatori osservavano come i partecipanti impiegavano il loro tempo. Precisamente, i ricercatori misuravano quanto tempo i soggetti dedicavano al compito A, quanto tempo i soggetti dedicavano al compito B e quanto tempo i soggetti dedicavano ad attività alternative.

Ai soggetti venne poi chiesto di rispondere a un breve questionario, che indagava quanto per loro fosse stato interessante e piacevole ciascuno dei due compiti.
I risultati mostrarono che entrambi i gruppi consideravano più piacevole il primo compito rispetto al secondo.
Nonostante ciò, i partecipanti che avevano provato uno stato emotivo positivo trovavano piacevole il primo compito in misura maggiore rispetto ai partecipanti con stato emotivo neutro. Inoltre, nel tempo libero si erano dedicati al compito A in misura maggiore rispetto ai partecipanti con stato emotivo neutro.

Questi dati portarono i due ricercatori a concludere che lo stato emotivo positivo è in grado di intensificare la motivazione intrinseca. Ecco perchè è importante condurre una vita serena: se la nostra vita è ricca di emozioni positive, avremo una motivazione più forte e più autentica a perseguire ciò che è molto importante per noi.